Le banche concederanno con maggior difficoltà mutui per l’acquisto o la ristrutturazione di immobili ad alto impatto energetico con naturali riflessi anche sulle compravendite.
Ne abbiamo già parlato su questo blog: ci riferiamo alla Energy performance building derective (Epbd), la direttiva europea che regola le nuove norme sull’efficientamento degli immobili residenziali. Il testo ha iniziato il suo iter con l’approvazione nell’aula del parlamento europeo, ma dovrà attendere ancora il passaggio al Consiglio e quello presso la Commissione per la sua versione definitiva. La strada è ancora lunga; all’orizzonte si profilano possibili emendamenti, ma all’indomani del primo voto si cominciano a tirare le prime somme.
Bene, segnatevi questa data sul calendario: 2030. Entro quell’anno gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno nella classe energetica E per poi rientrare in classe D nel 2033. Giova ricordare in relazione all’efficientamento energetico le case sono catalogate in sette classi: dalla A (la classe migliore) alla G (la peggiore).
Secondo il documento approvato dal parlamento di Strasburgo gli interventi per migliorare le prestazioni energetiche dovranno essere realizzati al momento della vendita o della ristrutturazione della casa o dell’appartamento. E qui si apre un’altra questione.
L’art. 1 della direttiva fissa delle “norme sul portafoglio ipotecario”. Significa che chi presta mutui ipotecari - le banche per intenderci - sarà tenuto ad aumentare la prestazione energetica mediana del portafoglio di edifici coperti dai loro mutui ipotecari”. In concreto, toccherà agli istituti di credito migliorare l’efficienza di questi immobili, anche se non sono di loro proprietà. Ne consegue che – come sostiene l’Abi (Associazione Bancaria Italiana) – “le banche sarebbero necessariamente obbligate, nell’impossibilità di migliorare la qualità degli immobili già assunti in garanzia, a orientare le proprie scelte di finanziamento verso immobili che hanno migliori performance energetiche” (citazione tratta da il Sole 24Ore, vedi articolo completo)
Tutto questo avrà effetti sul mercato immobiliare; si riducono, infatti, gli spazi di finanziamento per l’acquisto o la ristrutturazione di case meno efficienti sul piano energetico: immobili, questi, che saranno più difficili da vendere.
Alla luce di questa prospettiva, l’Abi auspica che l’Europa allenti le sue maglie e, nel proseguimento del suo iter legislativo, la direttiva riceva una serie di correttivi improntati a una maggiore flessibilità.
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