Bruxelles sta per dare il via all’iter parlamentare della direttiva sul Rendimento energetico dell’edilizia. Cosa comportano le nuove norme per i proprietari di immobili?
Energy performance building derective (Epbd); in italiano Rendimento energetico dell’edilizia. Questo è il nome della direttiva che sta per iniziare il suo iter nelle commissioni e nelle aule del parlamento europeo.
In concreto, cosa ci chiede Bruxelles? La risposta è semplice: case che inquinano di meno, assicurando, quindi, un maggior efficientamento energetico. E ci dà anche un limite temporale: entro il 2033.
Nell’attesa che norme e provvedimenti intraprendano il loro percorso legislativo – con annessi eventuali emendamenti e senza dimenticare il vaglio dei vari parlamenti nazionali – ecco quali sono i principali aspetti contemplati dall’Epbd.
Innanzitutto, ricordiamo che per quanto riguarda l’efficientamento energetico, gli edifici sono classificato in sette classi che corrispondono: dalla A (la classe migliore) alla G (la peggiore).
Bene, la nuova direttiva europea prevede che gli edifici residenziali, case e appartamenti, dovranno rientrare almeno nella classe F dal primo gennaio 2030 e salire almeno alla classe E dal 2033. Il campanello di allarme, quindi, soprattutto suona per le case in classe G che, in caso di mancanza degli adeguamenti richiesti, saranno penalizzate sul mercato immobiliare con l’eventualità di non poter essere vendute né affittate.
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