Corriere della Sera illustra in modo puntuale un chiaro vademecum da consultare.
Per il 2050 è prevista la neutralità climatica dell’intero patrimonio immobiliare europeo. È quanto stabilisce la nuova direttiva UE sull’Efficienza energetica degli edifici (Epbd). La misura, come era prevedibile, sta suscitando reazioni soprattutto per quanto riguarda i tempi e i costi necessari per la messa in regola degli edifici. Come stanno veramente le cose? Per saperne di più vi indichiamo l’articolo dedicato a questo tema pubblicato sul Corriere della Sera.
Ecco la sintesi degli aspetti principali:
Quali sono gli obiettivi previsti per le case?
Il consumo di energia degli edifici residenziali deve essere ridotto del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Il 55% di questa riduzione dovrà essere ottenuta con la ristrutturazione del 43% degli immobili con le prestazioni peggiori. Inoltre, tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a emissioni zero dal 2030.
Quante case si dovranno ristrutturare in Italia?
Su 12 milioni di edifici residenziali in Italia, circa la metà è nelle classi energetiche peggiori (F, G). Le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili in classe F e G entro il 2030 e il 26% degli edifici di classe energetica più bassa entro il 2033». Questo significa che nel giro di pochi anni occorre riqualificare circa 5 milioni di edifici privati e oltre 500 mila edifici pubblici.
Quali lavori sono da fare per mettersi in regola?
Gli interventi necessari saranno simili a quelli finanziati fino a poco tempo fa dal Superbonus: cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione e pannelli solari.
Quanto costano i lavori?
Una stima precisa su quanto dovrà spendere una famiglia per i lavori è impossibile, perché non è ancora chiaro come saranno selezionati gli edifici su cui intervenire per primi. Secondo una stima del Centro studi di Unimpresa la spesa complessiva potrebbe essere di circa 270 miliardi; calcolata considerando un investimento che oscilla, per ciascun immobile dai 20mila euro ai 55 mila euro.
Sono previsti finanziamenti pubblici?
No, ma i Paesi potranno attingere ai fondi Ue per sostenere gli interventi. In particolare al Fondo sociale per il clima, al Recovery fund e ai Fondi di sviluppo regionale.
Saranno possibili esenzioni?
Gli Stati membri avranno la possibilità di esentare dai nuovi obblighi alcune categorie di edifici, sia residenziali che non residenziali: gli edifici storici, le case di vacanza, le chiese e i luoghi di culto, gli immobili a uso militare e quelli utilizzati solo temporaneamente.
Per quali edifici scatta l’obbligo dei pannelli solari?
La direttiva prevede l’obbligo di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e non residenziali, che sarà progressivo dal 2026 al 2030. I target variano a seconda delle dimensioni dell’edificio. Inoltre, tutti i nuovi edifici dovranno essere solar ready, ovvero in grado di ospitare impianti fotovoltaici o solari sul tetto in una fase successiva.
Quali sono le nuove regole per le caldaie?
C’è tempo fino al 2040 per dire addio alle caldaie a gas, ma dal 2025 non saranno più ammesse agevolazioni fiscali per gli impianti tradizionali, ma solo per gli ibridi, ovvero quelli che associano alla caldaia a gas una pompa di calore. L’eliminazione delle caldaie a gas sarà graduale.
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