Da qualche tempo, TV e giornali pubblicano annunci – non sempre del tutto chiari – di società che sulla rete internet propongo l’acquisto di immobili a partire da una somma minima di 50 euro. Si tratta di una declinazione dell’ormai noto “crowdfunding”, letteralmente “raccolta fondi”, portato sull’ambito del mercato immobiliare.
In sintesi: utenti per lo più anonimi decidono di investire un certo capitale (che parte da un minimo di 50 euro) diventano comproprietari di un immobile e partecipano così ai benefici della sua “messa a reddito”.
Questo secondo la logica… ma non è sempre tutto “limpido”.
Facciamo l’esempio della società spagnola Housers, che ha da poco aperto da noi la Housers Italia. Il regime sociale di Housers Italia è quello del social lending (letteralmente “prestito sociale”). Secondo una definizione da loro stessi fornita “operiamo come agenti di un istituto di pagamento, Lemon Way (una sorta di Paypal) che è quello che, nella pratica si occupa di gestire il flusso di denaro degli investitori”.
In sintesi quindi, un sistema analogo a PayPal, ma tagliato per investimenti più corposi, si incarica di gestire le varie transazioni di denaro dei compratori che viene poi ceduto a società terze che si occupano di comprare gli immobili, di ristrutturarli e di metterli a reddito oppure di venderli. Gli investitori quindi, ancora tramite il sistema Lemon Way, ricevono i risultati del loro investimento.
Ma sul sito si legge anche gli investitori di Housers “non sono soggetti alla supervisione della Banca d’Italia o di qualsiasi altro organo regolatore nazionale o estero”.
Inoltre Housers Italia non è responsabile dell’investimento, ma della piattaforma e del suo funzionamento, e in sostanza non riceve i soldi investiti, ma funziona da vetrina per le varie occasioni disponibili.
La casistica attualmente disponibile, specie sul mercato immobiliare italiano (Housers si sta concentrando per il momento solo sulla piazza milanese), è ancora troppo esile per fare valutazioni di lungo periodo.
Tuttavia sorge naturale chiedersi cosa è previsto in casistiche più che naturali nel mercato immobiliare. Per esempio se sia possibile uscire dall’investimento (qualora si protragga per troppo tempo magari) o se sia possibile seguire il processo decisionale che porta alla scelta di un investimento piuttosto che un altro…
Al momento Housers non prevede la possibilità di uscita anticipata dal proprio investimento recuperando il capitale investito. Solo per i progetti di risparmio è previsto lo scambio di azioni ma tra utenti.
La rete e le nuove modalità di creazione di investimento finora inimmaginabili riesce spesso a stupire anche gli utenti più smaliziati. La reale validità o la garanzia di un investimento certo come si ritiene essere il mercato immobiliare ( quando praticato da professionisti) riteniamo non sia ancora perfettamente allineato tra online e offline.
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